Raccontami un concerto: Michele Bravi al Teatro San Babila di Milano di Federica Sessa
Un vero e proprio tour de force durato tre giorni. Ci siamo accampati al San Babila, come dice il buon @helio83. La voglia di lasciarsi emozionare a volte è più forte del buon senso che prova a convincermi, povero lui, che così sperpererò tutti i miei soldi.
C’è chi fa i viaggi, io vado ai concerti!
dico quasi per difendermi ad un compagno di prima fila appena conosciuto. Lui mi guarda stupito e risponde “ma anche questo è un viaggio”. Mi spiazza, ma ha ragione: per tre giorni ci siamo presi per mano e ci siamo addentrati in luoghi dell’anima fino ad allora sconosciuti, imparando a non temere la nebbia, bensì a stringere ancora più forte la mano di chi ci è accanto e andare avanti.
Avvolti dalla nebbia – che gli occhi gonfi di lacrime hanno reso più reale che immaginaria – ci siamo mossi tra le parole e le canzoni, fermandoci di tanto in tanto a riprendere fiato. Abbiamo recitato a mo’ di preghiera i versi de La vita e la felicità e Il diario degli errori, ci siamo commossi con Quando un desiderio cade di Federica Abbate (ancor più nella versione in duetto con Federica stessa), abbiamo avuto la pelle d’oca quando Michele Bravi, quasi in ginocchio, ci ha chiesto se ci siamo accorti anche noi che
in questo mondo di eroi, nessuno vuole essere Robin.
Intanto alle mie spalle sento i singhiozzi sparsi di chi come me è incantato dalla voce di Michele – una voce sempre meno tremante, ma egualmente emozionata. Proprio come noi che continuiamo ad avere i brividi, anche quando dello spettacolo conosciamo ormai a memoria ogni canzone, parola, inflessione della voce, piccolo movimento.
Alla fine, quando su quel palco Michele ringrazia il suo team, una parte di me vorrebbe poter fare lo stesso: salire lì su e ringraziarli uno ad uno. Perché sappiamo che siete lì, dietro le quinte, a rendere possibile tutta questa magia, a sfidare la nebbia. E visto che sul palco non posso salirci, applaudirò più forte. Per dirlo al mondo, che di questa magia vi siamo infinitamente grati.
Bentornato. Bentornati.
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