Raccontami un concerto: Cigarettes After Sex a Milano di Maria Laura Fiorentini
Di solito la musica butta fuori le emozioni, ma a volte te le tira tutte dentro e te le fa contemplare in silenzio.
Ieri sera all’Alcatraz mi è successo questo.
Ho fatto un viaggio interiore, un ritiro spirituale, una passeggiata nel mio Inside Out, tra scaffali pieni di emozioni, momenti e vibrazioni.
Nell’archivio della mia memoria, alla voce “Cigarettes After Sex” corrisponde un corridoio pieno di sfere gialle e blu: storie fantastiche e personaggi immaginati, pagine sfogliate e profumo di libri, il caldo di un plaid sulle gambe, il rumore del camino, gli scossoni del treno, gli scorci di terra e cielo dal finestrino, lo scroscio delle onde sul bagnasciuga, la biro che scivola sul mio quadernetto, un flusso di pensieri, riflessioni e poesie.
In un’ora e mezza riempita dal basso che batteva al ritmo del cuore e dalla voce delicata di Greg Gonzalez – così sottile quando canta, e incredibilmente calda e profonda quando parla – mi sono trovata con gli occhi chiusi, a sorridere in silenzio con una lacrima sporca di mascara che mi segnava la guancia.
Mi sono lasciata accarezzare e guidare dentro di me, alla ricerca del coraggio e della cazzimma di cui ho tanto bisogno, e che sono nascosti lì da qualche parte, dietro a un polmone o sotto al pancreas.
Forse li ho trovati, o forse non li dovevo cercare.
Mi bastava un abbraccio e una voce sottile che mi dicesse “Nothing’s gonna hurt you, baby”.