Oggi ho tutta l’anima in disordine, buttata qua e là per le Case, senza cambi puliti a disposizione e con solo il filtro della mascherina a impedire che mi esca dal corpo tutta insieme.
È uscita una nuova versione di una vecchia canzone, un cambio di stagione fatto ad hoc per l’occasione di questa primavera che è esplosa quando non eravamo in giro e che adesso soffre per il nostro riversarci di nuovo per le strade, a inquinare il mondo con il nostro non essere cambiati in meglio, ma in peggio.
Ci sono inciampata, per caso, tanto tempo fa, in Veronica Marchi: questa canzone ha una genesi lontana, di quando suonava nei locali ed eravamo in dieci a sentirla. E quei dieci, eravamo noi, quelli che andavan per concerti come gli scout se ne partono per le montagne: dove dormiamo non lo sappiamo e se lo sappiamo è sempre per terra a casa di qualcuno di noi.
Quando è arrivata ad X Factor – perché alla fine, se non passi per dei canali scomodi, in Italia non ti si caca nessuno – ho pensato: speriamo che non la cambino. Ma non è successo. Infatti, non essendo riusciti a trasformare la sua bella anima in qualcosa di commerciale, è stata fatta fuori.
E il pubblichetto delle classifiche radio ha perso una cantautrice vecchio stampo, di quelle che non urlano a cazzo solo perché in Italia, se non urli non sai cantare, di quelle che non scrive solo di amori finiti perché quelli tirano un botto, di quelle che non si fa i video in cui si spara le pose con la bocca semiaperta e gli occhi languidi, scrivendo sotto #noFilter #justthewayIam, di quelle che se ne sbatte dell’immagine perché ha fin troppa sostanza da esibire.
Veronica è un mio grande, vecchio e intramontabile amore, che non viene abbastanza spesso nelle grandi città perché io ne possa godere a pieno dal vivo, ma la sua voce e i suoi testi servirebbero a riempire tanti di quei vuoti a perdere, che nemmeno lei, ne ha un’idea.
#nonchiamatelafissa di Chiara Francese