“Vite da fan” è la nuova rubrica di NCG con cui vogliamo raccontare storie straordinarie di fan che si sono dedicati al 100% alle proprie passioni. La prima storia che Maria vi racconta è un omaggio a Chiara, una ragazza dolce che amava i Beatles e Paul McCartney; una storia fatta di arte, amicizia, concerti e incontri memorabili.
Da quando Paul McCartney ha annullato il suo Tour europeo, si legge molta amarezza nei messaggi lasciati sui social dai suoi fan, soprattutto tra quelli italiani. Lo sono anche io: avevo comprato entrambi i biglietti di Lucca e Napoli e aspettavo da troppo tempo di rivederlo, un’attesa di 7 anni, dall’ultimo concerto all’Arena di Verona. In questo marasma di sdegno e rabbia, c’è stato un post pubblicato sul gruppo dei Beatlesiani d’Italia, totalmente diverso, che mi ha colpito molto. Le reazioni nei commenti erano tutt’altro che indignate, mostravano affetto e dolcezza.
Si tratta di un racconto (lo trovate sotto l’articolo) in cui Michelangelo Iossa saluta la sua amica Chiara, una fan dei Beatles e di Paul McCartney. Leggendo la storia e i commenti capisco che Chiara non era una fan ordinaria, ma si trattava di una persona speciale, amata e apprezzata dai Beatlesfan e Maccafan italiani.
Dopo averlo letto, non sono riuscita a prendere sonno per due notti. Ho pensato a questa ragazza che non avevo mai conosciuto ma i cui occhi chiari erano vagamente familiari. Mi conforto nell’idea di averla incrociata durante i pochi concerti di Paul o Ringo a cui ho partecipato. Ma spinta dalla voglia di conoscerla meglio, scrivo un messaggio a Michelangelo che accetta subito la mia amicizia. Ci accordiamo per una telefonata, una chiacchierata in cui Michelangelo mi trasporta nella sua amicizia con Chiara e scoperchia un mondo sorprendente fatto di aneddoti, incontri e scelte di vita che fanno sognare…
Siamo a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 e il mondo beatlesiano si stava riprendendo lentamente dalla morte di John Lennon: gli ex-FabFour restanti avevano sospeso per quasi una decade i concerti per paura di attentati ma spinti dalla scia beat-pop portata in voga dagli Oasis, inizia un ritorno massivo alla musica dei Beatles da parte delle nuove generazioni. Paul McCartney riprende quindi a organizzare i live nell’89, rimettendo in moto la fame dei suoi concerti da parte dei fan.
In questo contesto, Michelangelo conosce Chiara, entrambi adolescenti, durante un concerto di una cover band dei Beatles in una birreria di Napoli. Assieme a loro ruotano anche le storie di altri fan: Paolo, fidanzato di Chiara, Tiziana, cugina di Michelangelo e Antimo, amico in comune. I cinque iniziano a condividere la loro passione e a formare una comitiva affiatata: dalle serate a seguire le cover band, alle reunion in casa a scambiarsi vinili e opinioni. Quella condivisione aiuta ad alimentare il fuoco della passione in ognuno di loro.
Chiara, soprattutto, è affascinata dalla figura di Paul McCartney non solo come cantante ma proprio come “operatore artistico”; si concentra sull’estro artistico, potentissimo, che Sir Macca diffonde su qualsiasi tipo di attività in cui si prodiga, dalla pittura alle canzoni, dalla fotografia alle lotte ambientaliste. Si innamora anche della figura di Linda Eastman, la prima moglie di Paul, fotografa e pittrice. Per Chiara, Paul rappresenta “un simbolo d’arte totale”, un’icona che la travolge e la influenza.
Chiara è un’artista nata, ama disegnare e lo fa in maniera brillante. Inizia a prodigare il suo talento anche verso i suoi amici beatlesiani, ad esempio, verso una cover band locale, i Sottomarini (in cui suonava Michelangelo) per cui si occupa di realizzare gadget e book fotografici, un po’ come Astrid Kirchherr fece con i Beatles all’epoca di Amburgo.
Con la comitiva di Napoli, Chiara condivide concerti e viaggi a Liverpool per l’International Beatles Week, occasione in cui organizza magliette e ricordi per tutti.
Negli anni 2000 arrivano le avventure più memorabili. Assieme a Michelangelo e gli altri, incontra per la prima volta Sir McCartney a Milano. Era il 2001 e Sir Macca stava partecipando al firmacopie dell’album “Wingspan” a cui si accedeva solo in 60 persone. La comitiva si mette in fila sin dalle 4 del mattino per poter accaparrarsi un posto e così, l’incontro con la leggenda diventa reale.
Nel 2002 sempre insieme, partecipano al Concert for George al Royal Albert Hall di Londra, il concerto tributo per l’anniversario della scomparsa di George Harrison a cui prendono parte Paul, Ringo, Eric Clapton e tutti i più grandi della musica internazionale. Per Chiara e Michelangelo è un’emozione surreale: appena sbarcati a Londra corrono subito fuori dal teatro per iniziare a respirare un po’ di quella magia fino a poi arrivare alla sera del concerto in cui tutto diventa indimenticabile. Michelangelo lo ricorda come il concerto più bello della sua vita. In quell’occasione, vengono anche ripresi tra il pubblico; proprio mentre Paul canta una versione in ukulele di “Something”, i 4 ragazzi appaiono mentre dondolano con uno striscione tra le mani: “My Sweet George” (lo aveva preparato con cura proprio Chiara).
Chiara nel frattempo diventa un architetto-designer e decide di trasferirsi per professione e volontà in una città che ama particolarmente: Londra. Ma non sceglie una via qualsiasi: Chiara vuole e riesce a trovare una casa proprio ad Abbey Road. Per anni, si affaccia guardando le strisce pedonali più famose del mondo dalla finestra della sua camera: immagino le migliaia di persone che hanno attraversato quelle strisce, scorrerle tra i suoi occhi felice…
Londra le dà la possibilità di avvicinarsi al mito di Paul. Lo incontra diverse volte, forse così tante che Paul inizia a riconoscerla tra i fan.
L’aneddoto più epico è quella volta in cui, dopo una signing session, Paul “invita” Chiara al suo matrimonio con Nancy Shevell nel 2011. Immagino l’euforia e i brividi di Chiara: per l’occasione compra dei palloncini a forma di cuore con i nomi degli sposi e si apposta davanti l’anagrafe, dove viene intervistata e fotografata da Hello Magazine (qui trovi l’intervista e le foto). Quando poi Paul e Nancy escono felici, mentre salutano i fotografi e i fan, Macca fa segno proprio a Chiara e la saluta.
Questa sintonia tra fan e artista va avanti in altre occasioni in cui è Paul ad avvicinarsi alla sua fan italiana numero uno: succede così a Varsavia nel 2013 quando, fra una folla in delirio appostata davanti al suo hotel, Paul esce dall’albergo, saluta tutti, guarda Chiara che le mostra un suo disegno, si avvicina per firmarlo ed entra in macchina.
Oppure durante la Première di Eight Days a Week a Londra nel 2016, in cui la trova tra i mille fan assiepati alla transenne. Anche lì, le firma un suo disegno e lei felicissima, mostra il suo bellissimo sorriso.
Chiara viaggia molto per rincorrere Paul e vederlo sul palco sempre in prima fila, non solo in Italia ma ovunque: a Liverpool, Londra, Zurigo, Varsavia, Parigi…
Non porta più nemmeno il conto di quante volte lo avrà visto, molto probabilmente, una quarantina (io che l’ho visto “solo” due volte, provo un mix tra sana invidia e ammirazione).
I ricordi di Michelangelo proseguono ed io resto totalmente incantata ed emozionata. Emerge sempre il candore e la purezza con cui Chiara vive le sue avventure.
Chiara è una persona dolce, poetica, con cui è piacevole condividere il parterre e confrontarsi. Per lei è tutto magico, non vede cattiveria negli altri. Una fan trasportata da una passione sì ardente e profonda ma mai scomposta, mai estremista ed irrispettosa. Mi convinco che è questo quello che Paul ha sempre intravisto in lei nei pochi minuti dei loro incontri e resto stupita nel pensare che un artista internazionale che sin dagli anni ‘60 è stato inseguito dai migliaia di fan, abbia creato una connessione naturale con questa ragazza napoletana.
Purtroppo qualche giorno fa, Chiara ci ha lasciato.
Quando la telefonata con Michelangelo finisce, l’emozione e il peso di questo racconto mi travolgono in un pianto sentito. Sono entrata così in empatia con lei da provare dentro di me il suo amore per i Beatles e Paul McCartney. Mi sono immedesimata nelle sue gioie da fan. Ho ammirato il suo coraggio di dare spazio alle passioni in maniera costante. Chiara ha portato alla vita i miei ricordi da Beatles fanatica, ha riacceso la mia passione che forse, in questi ultimi anni si era “leggermente” calmata ascoltando altra musica. Mi ha ricordato di quando il mio mondo girava solo attorno a loro.
La sua testimonianza esprime totalmente la vita di una vera #nonchiamatemigroupie, una fan che vive al 100% per la sua passione, un amore incondizionato verso la musica e l’arte e tutto ciò che ne ruota intorno.
Mi resta l’ispirazione e l’esempio di una passione che trasforma la propria vita. Ciao Chiara!
Sleep little willow, peace gonna follow
PS. In quella piccola comitiva di Napoli, ci sono altri esempi di vite trasformate dalle proprie passioni: Antimo, dopo gli studi in geologia, ha lasciato tutto e si è iscritto a un Master come Tecnico del Suono e Assistente di Sala ad Abbey Road, dove ha lavorato e lavora attualmente come Sound Engineer; infine, Michelangelo, che ringrazio per avermi permesso di entrare nella sua vita e nei suoi ricordi, ha fatto della sua passione un lavoro diventando un giornalista musicale presso il Corriere della Sera. Ha intervistato e incontrato Paul McCartney, Yoko Ono, Sean Lennon e tanti altri personaggi ed è diventato uno degli storici più influenti in Italia riguardo i Beatles su cui ha scritto 6 libri.
(Vita da Fan a cura di Maria Zigrino)
Segue il racconto di Michelangelo Iossa:
Sono quasi certo che Paul McCartney abbia deciso di non venire più a Napoli perchè la sua fan n. 1 – Chiara Amato – non sarebbe stata lì, in prima fila.
Chiara aveva visto decine di concerti di Sir Macca, era presente al matrimonio di Paul & Nancy, aveva abitato ad Abbey Road per anni pur di respirare la stessa aria dei Fab Four, aveva preso parte a signing sessions, prémiere ed eventi con protagonista il mancino di Liverpool. E Sir Paul ricambiava: era la fan italiana che lui riconosceva tra la folla.
Mi è praticamente impossibile selezionare una sola immagine per ricordare Chiara: ho scelto questo scatto in bianco e nero del novembre 2002.
Ci trovavavamo davanti alla Royal Albert Hall di Londra e quella sera avremmo assistito al concerto forse più emozionante delle nostre vite, il Concert For George: Paul McCartney, Ringo Starr, Eric Clapton, Ravi Shankar, Dhani Harrison, Tom Petty, Jeff Lynne, Gary Brooker, Billy Preston, Stevie Winwood, Ray Coopeer, Michael Kamen e decine di altri meravigliosi musicisti uniti dall’omaggio a George Harrison.
Questa foto fu scattata da Paolo, a quel tempo compagno di vita (e di passione beatlesiana) per Chiara, e voleva essere uno scatto ironico, una sorta di parodia dei servizi fotografici britannici dei primi anni Duemila. Ne venne fuori una strana foto e, un minuto dopo, tutti e tre scoppiammo a ridere. Sembravamo usciti da un filmato dei Monty Python.
Andammo, poi, ad Abbey Road e la sera eravamo pronti per IL concerto.
Ho conosciuto Chiara negli anni Novanta: ero insieme a Tiziana e ci ritrovammo all’Antica Birreria dell’Edenlandia Official per ascoltare gli Strawberry Fields di Michele & Lino, un appuntamento-live che si trasformava fatalmente in una divertita agorà per noi beatlesiani.
I ricordi si affollano senza sosta: le passioni beatlesiane, le magliette che Chiara dipingeva a mano per tutti noi, i nostri viaggi a Liverpool sul finire degli anni Novanta, i primi anni al fianco de I Sottomarini, la condivisione di una passione per l’Arte e la Musica che travalicava John, Paul, George e Ringo. L’ultima avventura insieme è stata la sesta edizione della mostra ROCK!, per la quale Chiara realizzò due opere ispirate rispettivamente ai Beatles e a Sir Paul, esposte in una sezione della mostra dedicata a George Martin.
Avevamo un progetto meraviglioso per ROCK!8: la creazione di copertine ‘immersive’ dei Beatles in formato elefantiaco. Ma Paul non verrà più a Napoli. D’altronde Chiara non sarà lì, in prima fila.
All the best, Chiara, we’ll miss you.