Questa settimana abbiamo ascoltato pezzi molto internazionali…pronti a leggere di chi si tratta? Ve li presentiamo sotto!
We Are Scientists – I Cut My Own Hair
In questa quarantena è capitato a tutti di mettersi a cucinare, riordinare e pulire casa, ma c’è anche chi si è “avventurato” di più: si è tagliato i capelli da solo!
Il nuovo brano del duo newyorkese parla proprio di questo, come dimostra anche il videoclip homemade che lancia una sfida: tagliarsi i capelli nei 2 minuti e mezzo della canzone.
“Quando ho scritto il brano lo scorso anno – spiega il cantante Keith Murrey – mi identificavo come un outsider. Adesso, immagino, è diventato più un inno di unificazione; tutti si tagliano i capelli, che piaccia o no.”
Noi di certo non vi consigliamo di farlo, ma siamo sicuri che questo brano indie-rock, con la voce cristallina di Keith Murrey che si aggancia perfettamente alle linee di basso distorte e alla batteria decisa e veloce, vi farà ballare!
Inhaler – Falling In
Come afferma il leader del gruppo, quel bonazzo di Elijah Hewson (non a caso figlio di Bono Vox), questa è “una canzone sulle battaglie che affrontiamo tutti contro il nostro ego“.
La giovanissima band irlandese ha già iniziato a calcare palchi importanti, ricevendo buoni apprezzamenti dagli “addetti ai lavori” e conquistando un gran seguito di fan. Ma, si sa, le attenzioni e la “dipendenza da palcoscenico” rischiano di far perdere la bussola.
Un’ottima lezione che assimiliamo ascoltando “Falling In” ripetutamente, facendoci coinvolgere dalla melodia che strizza l’occhio al pop-rock anni 80, godendoci gli accattivanti riff di chitarra e amando addirittura le voci distorte!
Gaia – Nuova Genesi (album)
Da qualche settimana in radio passa un brano che ci è piaciuto dal primo ascolto: Chega. Lì per lì ci era sembrato un nuovo pezzo dei Tribalistas, poi abbiamo scoperto che è il singolo di Gaia Gozzi, la vincitrice di Amici.
Ci siamo trovati a riconoscere una grande verità: Maria De Filippi ne sa sempre una più del diavolo. Ultimamente il palco di Amici è diventato il trampolino di lancio per giovani talenti che hanno già una bella gavetta alle spalle. Gaia aveva partecipato a XFactor nel 2016, in squadra con Fedez, e dopo tre anni è ricomparsa ad Amici pronta a pubblicare dei super pezzi.
Questa settimana è uscito il suo album “Nuova Genesi” (riedizione di “Genesi” più tre inediti) e ci ha conquistati dall’inizio alla fine: la voce di Gaia delicata e sensuale, accompagnata da suoni elettro-pop, ritmi brasiliani e mix di sonorità, lingue e culture. Agli occhi di alcuni, la scelta di pubblicare pezzi che alternano portoghese, inglese e italiano è troppo azzardata, ma per noi è l’ingrediente speciale che rende il suo lavoro più interessante. E forse proprio questo la farà spiccare nella scena internazionale.
The 1975 – Notes on a conditional form (album)
Prima ancora di fare “play” ci è venuto il sospetto di trovarci di fronte a una band di folli. Nell’era dello streaming e dell’ascolto compulsivo, i The 1975 pubblicano un album di ventidue (VENTIDUE) pezzi per un totale di un’ora e venti di durata. Follia pura.
Per un disco del genere è necessario tornare a un approccio da anni Novanta, quando per sentire un album ti mettevi lì con calma e te lo ascoltavi senza fare altro, come se stessi guardando un film. Allora ci siamo presi una serata solo per loro, e, dopo un’ora e venti di totale confusione e disorientamento, abbiamo capito solo una cosa: che non ci abbiamo capito niente.
Ventidue tracce, una totalmente diversa dall’altra. Non sapremmo dare una definizione generale, inserire tutto l’album in un genere musicale e trovare un filo conduttore. Sembra una playlist randomica, che passa dal cambiamento climatico (si apre con un discorso campionato di Greta Thunberg) alla masturbazione, dal garage punk urlato a brani strumentali e tranquilloni, senza soluzione di continuità.
Un album di totale anarchia, continui cambi di rotta. Sarà forse una metafora della società di oggi, dove siamo bombardati da stimoli diversi e nella nostra mente si alternano pensieri contraddittori?
Non ci azzardiamo oltre nel tentativo di dare una spiegazione. L’unica cosa chiara è che i The 1975 hanno pubblicato un album controcorrente, che risponde all’unica logica di non avere logica. E che dovremo prenderci altre ore e venti per riascoltarlo e capire se ci piace.