Abbiamo scelto di salutare Pau Donés, il leader degli Jarabe De Palo scomparso il 9 Giugno, come sappiamo fare meglio: raccontando un suo concerto del 2012 a Madrid.
Mi sono trovata a Valencia quando ho ricevuto una delle notizie più amare di quest’anno. Il 2020 ci ha tolto anche Pau Donés.
La morte di questo immenso artista mi ha fatto sprofondare in una tristezza infinita. Quante canzoni bonitas, quanta positività mi ha trasmesso durante la mia infanzia. Credo che, inconsapevolmente, abbia iniziato ad amare lo spagnolo grazie ai suoi testi semplici: «todo depende», «por un beso de la flaca», «me gusta como eres»…
La notizia mi ha subito riportato alla mente un ricordo felice del 2012: ero arrivata a Madrid da poco più di un mese come au pair e vivevo uno dei periodi più belli della mia gioventù. Ricordo benissimo il momento in cui intravidi tra le vie del centro il manifesto di un suo concerto al Penelope di Madrid. All’epoca i live non erano ancora il mio pane quotidiano, partecipavo solo a quelli memorabili di Paul McCartney; però, pensai, «gli Jarabe De Palo sono stati vitamina di allegria nella mia vita!». Mi feci prendere dall’euforia di vederli dal vivo e di assistere quindi al mio primo concerto all’estero.
Il 15 dicembre del 2012 diventò una giornata indimenticabile. Arrivai in anticipo e finii sottopalco. Pian piano la gente riempì tutta la sala formando un calore umano percettibile. Quando Pau salì sul palco rimasi estasiata: ero sotto i suoi piedi e ne potevo studiare ogni dettaglio: i tatuaggi, gli sticker sulla chitarra, i suoi occhi gentili che mi sorridevano ogni tanto, il movimento della bocca mentre cantava. Lo spettacolo esplose in un ricordo memorabile, tra birra, assoli rock e il vocio allegre della folla; e io immersa nel mio mondo preferito: la musica, la cultura spagnola, la mia Madrid.
Per culminare quel giorno felice, ci fu l’estrazione di magliette personali che Pau aveva deciso di regalare per l’ultima data del tour. Non vinsi l’estrazione, ma la suerte mi accompagnò e dal palco decisero di regalarmi una maglia che, a quanto pare, apparteneva a Jovanotti all’epoca di El ombligo del mundo e che era stata regalata a Pau, autografata poi dallo stesso Danés: fu l’epilogo perfetto della serata…
E proprio ora che sono finalmente tornata in Spagna e che mi sarebbe piaciuto assaporare di nuovo la magia dei suoi live, Pau va via lasciandomi un’altra testimonianza di forza e positività, un ennesimo inno all’amore, alla vita e alla bellezza delle cose semplici, con la sua ultima canzone Eso Que Tú Me Das.
L’unico modo che ho trovato per assorbire questa tristezza è stato passeggiare sul lungomare di Valencia ascoltando le sue canzoni in vivavoce e cercando di convincermi che malgrado, come Pau ci ha insegnato, la vita sia una barzelletta con un finale triste, il futuro non esiste, esiste il presente…e allora io dico…«Bonito, todo me parece bonito».
¡Hasta siempre luchador! ❤️
#raccontamiunconcerto di Maria Zigrino