Dopo aver abusato di social tutto il periodo pandemia, ho staccato un po’ e alcune notizie e uscite musicali me le sono perse. Ma quella di Ernia, NO!
L’hype era notevole, troppa.
Aspettavo un disco dove parlasse il Rap, il suo, con rime che sanno cambiare in corsa, insegnamenti consigliati da chi nei suoi 26 anni anagrafici sembra averne anche il doppio, per la quantità e lo spessore delle esperienze e delle interazioni, delle delusioni e delle rivincite.
Gemelli è un album che può avvicinare anche chi non ha mai ascoltato rap, grazie a pezzi come Superclassico che, nell’estate in cui abbiamo voglia di riprenderci i baci non dati e di recuperare le partite del calcio, può essere il tormentone di qualche nuovo amore.
Nel mio cuore già lo è.
Seguo Ernia dal tempo dei Razza A Parte. L’ho visto formarsi, crescere, cadere e tornare. Ogni volta ha alzato l’asticella, come in Vivo, canzone che apre l’album e che ti immette subito nel suo mondo e, se per di più sei nato in periferia a Milano, sembra che parli di te, di me.
Gemelli è stato in loop per tutto il weekend e credo che non uscirà presto dai miei ascolti preferiti e nemmeno dagli ascolti degli amanti del genere. Questo grazie a Puro Sinaloa – con Don Joe al beat – che omaggia Puro Bogotà, la traccia che ascoltavo 13 anni fa, una generazione fa, e che, oltre ad aver fatto storia, divenne un marchio del rap di Milano.
#nonchiamatelafissa di Paolo Pavel Porsia