«Ma tu te lo ricordi, il primo concerto dopo il Covid?»
«Se me lo ricordo? Certo! Eravamo emozionati, sai?, dopo tanti mesi di silenzio, noi che d’estate avevamo gli occhi pieni di emozioni e adesso eravamo come congelati...
Eravamo emozionati, dicevo, ma anche impacciati, non si capiva dove sedersi, non si sapeva bene se si poteva bere, fumare, avvicinare le sedie per stare più vicini e soprattutto…non capivamo se potevamo applaudire.
Non eri più abituato ad urlare, era strano anche ascoltare. Abbracciare chi non vedevi da un sacco, poi, lasciamo stare…sembravamo d’un tratto incapaci di stringere mani, di stringerci forte. Ci sembrava di fare qualcosa di proibito, di innaturale, quando prima era come respirare.
E Bianco, ad un certo punto, ha detto: «siamo abituati ormai a sentirci dire cosa fare, ma applaudire, quello direi che ce lo meritiamo».
Quando poi lei, Giorgieness, è scesa tra il pubblico, continuavo a pensare «Ma può farlo? Non rischia multe?».
E alla fine, non sapevo più nemmeno come si faceva a chiedere una scaletta, tanto che ho pensato: non vado, figurati se con il Covid mi metto a rompere il cazzo ai backliner, invece di abbracciarli e dir loro «è bello che siate tornati a lavorare!».
Poi alla fine, invece sì: ché me lo meritavo anche io, un ritorno alla normalità, uno scongelamento come si deve.
E vicino passava il treno e ad un certo punto ho anche sentito rumore di fuochi d’artificio, che sono due delle cose che mi piacciono da morire e ho pensato…che fosse un proprio un bel segno».
Nonostante tutto, siamo ancora frastornati. Siamo guardinghi, increduli. Quando una cosa la perdi e la ritrovi, dopo la maneggi con cura, te la rigiri tra le mani e pensi: bisogna fare in modo che non la perda mai più, perché è troppo importante. E le dai un valore maggiore.
Le scarpette rosse di Dorothy, stasera, ci hanno riportato finalmente a casa.
«Ma chiamami come vuoi, anche Roberto,
Bianco, Mela
Basta che il mio nome faccia rima con concerto»
Grazie, Maria e Pavel.
È stata una nuova bella condivisione.
#raccontamiunconcerto di Chiara Francese