Già dal primo ascolto di Zitti e Buoni ci era parso chiaro: i Måneskin sono pronti a diventare la nostra nuova fissa musicale! Così, tra l’ascolto compulsivo su Spotify e il binge watching di vlog e videoclip su YouTube, abbiamo deciso di chiedere ai loro fan più storici e accaniti di guidarci alla scoperta della band romana neo vincitrice del Festival.
D’altronde, quando il tuo artista del cuore vince Sanremo, ti sembra di esserci anche tu su quel palco, su quel podio, a toccare per mano il premio. Sappiamo bene cosa si prova, lo abbiamo vissuto di recente con Mahmood e con Diodato e quest’anno non vedevamo l’ora di farcelo raccontare direttamente dal MOFC, il fan club ufficiale dei Måneskin!
Ciao ragazzi! I Måneskin hanno vinto Sanremo… come vi sentite?
Ciao Nonchiamatemigroupie! Ci sentiamo sicuramente felici per la loro vittoria, è un traguardo di alto prestigio e non possiamo negare di aver vissuto quest’esperienza come se fossimo stati con loro sul palco, ci siamo goduti il momento come se fossimo tutti insieme in transenna, come un vero e proprio concerto.
Cosa rappresenta secondo voi questo traguardo per la loro carriera?
È una rivincita rispetto al secondo posto di X Factor, ed è l’inizio di un’esposizione ancora più importante verso il pubblico, anche grazie al passaggio mediatico da SKY a RAI, per poi arrivare all’Eurovision e alla consacrazione in Europa, dove hanno già dato un assaggio della loro musica durante il tour europeo del 2019, con live Barcellona fino a Lugano.
Come avete vissuto la decisione della band di partecipare al Festival? Cosa ne pensate di Zitti e Buoni?
Ai primi rumors di una loro reale partecipazione, noi eravamo già gasatissimi come pazzi, essendo una totale novità, tra l’altro dopo mesi e mesi di silenzio. La canzone? Una bomba allucinante, «la canzone più sbagliata» per partecipare al Festival. Si tratta di un’evoluzione, una rivoluzione di musica e di pensiero, una crescita rispetto a “Il ballo della vita” e una ventata di aria fresca.
Abbiamo conosciuto i Måneskin con X Factor e abbiamo apprezzato i nuovi singoli (Vent’anni è fantastica!), ma non conosciamo bene il loro percorso: ci raccontate cos’hanno combinato in questi anni?
Noi li seguiamo dalle audizioni di X Factor del 2017 e da allora… beh, hanno combinato di tutto! Abbiamo osservato la genesi della loro carriera: dalle esibizioni innovative sul palco di X Factor, ai tour italiani in piccoli club da cinquecento o seicento persone, fino al tour europeo. Inizialmente etichettati come “cover band”, hanno raggiunto traguardi non indifferenti: “Torna a casa” è cinque volte disco di platino, mentre “Il ballo della vita” ha raggiunto il platino in appena un mese e oggi è triplo platino.
In qualità di fan che li seguono da anni, come vivete la popolarità e l’attenzione che stanno suscitando nel “post-Sanremo”?
È sicuramente tutto più caotico, il fandom è notevolmente cresciuto e i numeri sui social parlano chiaro, sono aumenti considerevoli e, per effetto domino, l’attenzione si è riversata anche sui nostri canali social e su tutte le nostre attività. Possiamo dire che Sanremo abbia portato fortuna non solo ai Måneskin, ma anche a noi, nel nostro piccolo.
Immaginando di descriverli a chi li ha conosciuti grazie a Sanremo, diteci: chi sono i Måneskin?
Sono semplicemente quattro ragazzi come tutti che hanno deciso, insieme, di inseguire il loro sogno: con sangue, sudore, ambizione, sono riusciti a raggiungere il loro obiettivo. Uno dei tanti.
A noi di Nonchiamatemigroupie non piacciono le etichette. Voi che li conoscete bene, come non dovremmo chiamarli? Cosa “non sono” i Måneskin?
Sobri e scontati.
Descriveteci ognuno dei membri con tre parole!
Damiano: narcisista, fragile, determinato. Vic: esplosiva, solare, travolgente. Ethan: equilibrato, arguto, creativo. Thomas: ambizioso, spontaneo, meticoloso.
Quali brani consigliereste a chi li ha appena scoperti?
Le canzoni chiave per “capire” i Måneskin sono: Le Parole Lontane, Fear For Nobody, Close to the top: ballade melodica/pop/rock, questa è la loro anima camaleontica che riesce a soddisfare qualsiasi gusto, senza mai snaturare la propria reale essenza musicale.
E i vostri brani preferiti dei Måneskin, quali sono e perché proprio questi?
Anna: La mia è Lasciami stare, perché canta di una rinascita, la mia rinascita, una rinascita avvenuta grazie alla loro musica e alla loro forza regalataci su quel palco
Davide: Per me invece è Vent’anni, perché nonostante io “non abbia più vent’anni” sento mio il messaggio di rivalsa sofferta che i Måneskin offrono e quella voglia di sbagliare pur di affermare ciò che sono, senza filtri e senza alcuna paura.
Un po’ tutti: Are you ready, è la canzone esplosiva con la quale hanno aperto tutta la prima parte del tour e a cui ci siamo, in maniera naturale, affezionati, come se fosse il nostro punto di ritrovo.
Da fan a fan, cosa vi ha conquistato dei Måneskin?
Anna: Le prime cose che mi hanno colpito dei Måneskin sono state la loro energia, la loro creatività e il loro stile, perché quando sono saliti sul palco delle audizioni è stato subito chiaro il loro essere diversi rispetto agli altri. Avevano probabilmente già bene in mente un obiettivo e avevano sicuramente già un’identità forte, cosa che anche Fedez fece notare a Manuel Agnelli. Poi una menzione speciale va a Victoria: vedere una donna al basso così sicura e così esplosiva mi ha conquistata subito e questo è stato uno dei motivi principali per cui mi sono affezionata a loro e poi non ho mai più smesso di seguirli.
Li avete incontrati di persona? Se sì, com’è stato? Che rapporto hanno con i fan?
Sì, tra firmacopie e tour li abbiamo incontrati spesso. È sempre emozionante, ogni volta come se fosse la prima, ma anche molto spontaneo. Seguendoli ormai da anni, si è creato in maniera naturale un rapporto amichevole e confidenziale e i ragazzi si sono sempre dimostrati disponibili ma soprattutto grati per tutto quello che facciamo per loro, sin dal giorno zero.
C’è qualche aneddoto particolare che volete raccontarci?
Il momento più indimenticabile: la Fan Action di Roma, il concerto del 23 giugno 2019 all’Auditorium della Musica. Nello specifico, ricordiamo, con dolci lacrime, l’arcobaleno esibito durante Le parole lontane. Abbiamo scelto proprio questa canzone perché più delle altre tratta il tema dell’amore per la vita e con l’arcobaleno abbiamo voluto celebrare l’amore in ogni sua forma, senza distinzioni. I ragazzi non se l’aspettavano e sono rimasti stupiti per quanto visto, meravigliati e senza parole. È stato bellissimo.
Quante volte li avete visti in concerto?
Abbiamo supportato i Måneskin “in ogni angolo del mondo”, sin da subito, a partire da X Factor, viaggiando per tutta Italia e arrivando anche nelle città più importanti d’Europa: non li abbiamo mai fatti sentire soli.
Avete già comprato i biglietti sold out dei palazzetti, vero?
Certo, abbiamo preso subito i biglietti, tra panico e adrenalina. Per ora solo per due date, poi chissà… Siamo pronti a sorprendervi, e vi garantiamo che ne vedrete tutti delle belle!
Un’ultima domanda: cosa significa per voi “essere fan”?
Desiree: Per me, essere fan di un artista significa dare il proprio supporto sia materiale, con l’acquisto di album, merch o biglietti di concerti, sia umano, sostenendo l’artista nei momenti più particolari per lui ed esprimendo il proprio supporto, ad esempio, tramite i social. Un vero supporter difende il cantante del cuore, lo fa sentire apprezzato anche quando ci sono episodi non totalmente a suo favore. Un’ultima cosa importante nel rapporto tra fan e artista è non far sentire quest’ultimo escluso dalla vita reale, ma ad esempio chiedergli «come stai?» quando lo si incontra, prima ancora di chiedere una foto.