Centinaia di fan che lo attendevano da più di un anno… e io, che quando i concerti sono sold out mi affido al destino e cerco un biglietto il giorno stesso. Un modo per auto-regalarmi sorprese. Il destino mi ha premiata con un posto in prima fila, una sorpresona, per me che non avevo mai sentito Fabi dal vivo e che aspettavo l’occasione da anni.
Alle mie prime volte amo essere da sola, così riesco a fare silenzio e a mettermi davvero in ascolto. La potenza della musica di Fabi è che mi ha messa in ascolto di me stessa.
Niccolò è un artista che si guarda dentro, che è sceso al centro della terra, è andato sulla luna, e ha deciso di raccontarlo. Lui ci è passato e ti apre la strada nel profondo, ti guida nel viaggio interstellare di ricerca ostinata di verità e di senso della vita.
Guidata dalla sua voce ho passato due ore ad osservarmi, a farmi domande, a riflettere come allo specchio, come in preghiera.
Poi mi è arrivata un’occhiata. Uno sguardo da dietro gli occhialini, un lampo azzurro che mi ha riportata all’Auditorium. Mi ero dimenticata che ai concerti chi suona e chi ascolta si guardano negli occhi.
“C’è ruggine, per noi che suoniamo e per voi che ascoltate. È uno stato d’animo a cui dobbiamo tornare ad abituarci. È potentissimo.”
Mi avevano avvertita, un live di Fabi è molto più di un concerto. È un altro livello, è un momento per riprendere le fila, un’occasione per ricentrare la propria vita. E ora capisco perché mi dicevano che era necessario.
#raccontamiunconcerto di Maria Laura Fiorentini