Come è finito il concerto, è scesa dal palco e io l’ho abbracciata forte. È stato il bacio definitivo, e appena siamo tornati a quattr’occhi le ho detto: “Io Amo Svegliaginevra”. Abbiamo riso.
Pensare che il 24 novembre era già una data da ricordare, per la felicità della laurea di un’Amica in quel di Torino. Sul treno di ritorno, senza auricolari, ripassavo nella mia testa canzoni di un album uscito da solo una settimana che però avevo già assimilato bene.
Sono arrivato giusto per l’inizio del concerto, nessuna transenna, nessune prime file, mi sono messo al centro, dietro, quasi invisibile. Non ho partecipato a nessun applauso, a nessun urletto, niente; sembravo come estraneo, e invece ero completamente assorto e mi trovavo dove volevo essere. Lei sul palco con gli occhiali da sole, forse a malapena vedeva le prime file e quando li ha tolti mi è sembrato quasi mi accecasse, quella sua luce mi ha energicamente trasformato. Da quel punto se c’era da muoversi ero il primo, saltavo e stavo continuamente con le mani su.
La sveglia presto, il viaggio, l’alcol, la stanchezza di giornata da smile con occhietti lucidi a intermittenza tra cuoricini e stelline.
L’ultimo album Nessun Dramma (e tour omonimo), racconta sfaccettature personali e sfumature dell’Amore con sonorità giuste e azzeccate che rendono Svegliaginevra la mia dea contemporanea di riferimento, un mix tra Afrodite e Anteros!
Sul palco non solo musica, ospiti e canzoni ma anche riflessioni, considerazioni e un racconto suo personale. Quando ha detto “Pensare che 3 anni fa…”, io mi sono gelato, le persone intorno a me non c’erano più, ero solo nel buio della sala del Bellezza, i musicisti l’avevano preventivamente lasciata sola per consentirle lo spazio intimo, lei chitarra e voce come quando la sentii la prima volta.
Colpo di fulmine, e sono ancora euforico!
Tu che sei arrivat* fino a qui a leggere il mio racconto: come descriveresti il concerto che aspettavi emozionalmente più di tutti?
Io, AMO SVEGLIAGINEVRA.
#raccontamiunconcerto di Paolo Pavel Porsia