Ogni tanto capita di lasciarsi prendere dalle cose della vita e ritrovarsi senza tempo ed energie, ancor più in una città frenetica come Milano. In questo quadro da quasi-trentenne in balìa degli eventi, il mio conta-concerti dell’anno registrava lo zero fino a pochi giorni fa. Ci credete? Eresia per una che, ai tempi d’oro, si sparava una media di due concerti a settimana.
Pronta a rimediare al danno e riprendere le vecchie sane abitudini, venerdì sera mi sono fiondata all’Arci Bellezza per Lepre.
Arrivo a live iniziato – tra le mie abitudini rimane anche quella di arrivare in ritardo ovunque, ahimè. Mi intrufolo in prima fila, la gente ondeggia mentre sul palco Lepre, accompagnato da Giorgio Maria Codemi e Michele Mariola, già spinge, in perfetto equilibrio tra momenti carichi di energia e altri più intimi.
Lui potreste averlo intercettato sui palchi di tutt’Italia, li ha girati suonando la batteria e da qualche anno lo fa raccontando le sue, di storie. Personali, crude, a tratti nostalgiche. Un cantastorie d’altri tempi, rock, schietto, emozionale.
Durante il live gironzola sul palco, ogni tanto si avvicina al pubblico, poi torna alla batteria, il suo strumento di una vita. La suona da quando ha sette anni, racconta, e a breve festeggerà quarant’anni di musica. Musica che, complice un album dal titolo “Eremo”, viene da pensare sia un rifugio. Per lui, come per noi. Un rifugio, forse, proprio da quella frenesia metropolitana che tanto spesso ci risucchia. La Palestra Visconti del Bellezza diventa così un fortino, luogo sacro in cui concedersi una pausa, al sicuro, prima di tornare a girare sulle nostre ruote.
Raccontami un concerto di Federica Sessa
Foto di Agnese Zingaretti