La leggenda del pianista sull’oceano: la mia prima folgorazione musicale “consapevole”.
Ero alle elementari quando mi innamorai del bambino con il genio innato della musica. La sua storia mi colpì così tanto che riguardai, o meglio, “riascoltai” il film fino a conoscerlo a memoria.
Volevo suonare anche io come Novecento, volevo imparare quella sonata al piano che mi si era piantata in testa. Così mi incollai ai tasti dello Steinway di nonna e diedi inizio a un’intensa relazione con quel misterioso mobile di legno e avorio che fino ad allora avevo solo guardato da lontano. Trovai gli spartiti delle colonne sonore e scoprii che in realtà il genio della musica che mi aveva folgorata si chiamava Ennio Morricone e che c’erano molti altri film da guardare, ascoltare e strimpellare. Film che mi commuovono solo a nominarli, come Mission, Nuovo Cinema Paradiso, C’era Una Volta Il West.
Grazie a Ennio Morricone, ho imparato ad approcciarmi alla musica con una consapevolezza precisa, cercando le immagini dentro ai suoni e prestando attenzione a tutte le emozioni che mi suscita. Non sono mai diventata una pianista, ma credo di essere diventata una discreta ascoltatrice.
Questo 2020 maledetto si è portato via l’ennesimo genio dell’arte, il compositore che tutti ricordano per le colonne sonore ma che in realtà ha influenzato a 360 gradi la musica di tutto il mondo. Per me, il 2020 si è portato via il Maestro che mi ha insegnato come ascoltare e amare la musica.
#nonchiamatelafissa di Maria Laura Fiorentini