Succede che ci si prende un caffè, così, per voglia di chiacchierare e condividere. Perché la condivisione è importante, aiuta ad entrarsi dentro e a portarsi appresso in un modo diverso. Non come una borsa, che la porti appresso perché serve, perché devi, ma come un portafortuna, un anello, che senza senti un vuoto.
In effetti non chiacchiero con piacere con chi non ha qualcosa da raccontare senza doverglielo estorcere, mi piacciono gli scambi semplici, gli appuntamenti che tengono conto del fatto che ognuno ha la sua vita complicata, ma che se ci si vuol vedere, ci si vede e basta.
Dopo un caffè che in realtà erano due bicchieri di vino alle 4 del pomeriggio, ricevo questo regalo: un cd.
Ora: io ho molto rispetto per il lavoro di ognuno e so che, quando uno guadagna grazie a quel lavoro, regalare il proprio parto a qualcuno è un gesto sacro. E io prendo i gesti di pancia molto seriamente. E altrettanto seriamente prendo i regali.
Quando mi approccio ad un musicista che non conosco di solito mi prendo il tempo di sentirlo dal vivo, perché so che un supporto non potrà mai catturare quelle emozioni lì, quello scambio di energie.
Questa volta ho fatto un’eccezione, ma mi sono almeno presa il tempo e lo spazio giusto per dargli spazio e giustizia. Che per aprire il cuore ci vuole disposizione d’animo.
E….
Pioveva.
C’avevo la Malinconia a palla, che è un po’ una malattia invalidante.
Eppure.
Ascoltarlo è stato come un viaggio dentro le vene che attraversano tutto il corpo e poi arrivano al cuore e ritorno.
È stato come stare una sera d’estate, il vento, una scogliera e le stelle cadenti con relativi desideri.
Come aprire una conchiglia e trovarci dentro una biglia, un bigliettino scritto quando eri piccola, un sassolino che avevi tenuto da parte perché ti ricordava un viaggio meraviglioso.
Le parole come collane, ad impreziosire emotività liquide colate fuori dalle melodie.
Che bella la musica, quando è accompagnata da parole che le rendono giustizia.
Che belle le parole, quando la melodia gli è cucita addosso.
È un equilibrio infinito che nessun funambolo deciderebbe di non sfidare.
Si potrebbero dire oceani di cose e nessuna di queste varrebbe il viaggio in barca su quei mari.
Quando qualcuno ha qualcosa da dire si sente. Si percepisce. Si vive.
Questo cd è così. Vissuto.
#nonchiamatelafissa di Chiara Francese