Raccontami un concerto: Tamino al Santeria di Maria Laura Fiorentini
Negli ultimi mesi ho seguito Tamino virtualmente nei tour internazionali, con tutto l’orgoglio di chi a quel ragazzo semplice e imbarazzato aveva detto: “Tu avrai una carriera strepitosa!”.
L’anno scorso al Circolo Ohibò lui aveva promesso di tornare e questa volta Milano lo accoglie con un sold out.
Io arrivo sola, dribblo un paio di bagarini ed entro al Santeria con il mio biglietto stretto fra le mani. Trovo un posto al centro della sala e mi guardo attorno: giovani di ogni etnia, comunicano in italiano, inglese, francese, a gesti. Parlano di musica, di viaggi, di Erasmus, di birra belga e di cibo… C’è sempre qualcosa di prezioso nei momenti che precedono un concerto, e stasera c’è aria d’Europa e di amicizie che nascono.
La sala è stracolma, non ci entra uno spillo, ma quando si abbassano le luci non vola una mosca. Sul palco sale Marianne Mirage – la ciliegina sulla torta di una serata perfetta – e la platea sta con le orecchie tese. Nessuno canta, nessuno urla. Solo uno scroscio di applausi e “Brava!” tra un pezzo e l’altro.
Quando Tamino sale sul palco la sala esplode. Lui resta concentrato, abbassa lo sguardo, suona la prima nota e il Santeria torna in estasi. La voce arriva intensa, il suono è perfetto. Si sente solo qualche “clack” delle macchine fotografiche, il tonfo di un ragazzo che sviene, ma nulla – nemmeno uno svenimento – riesce a rompere la magia.
In questi mesi Tamino è cresciuto, ha calcato molto palchi. Quando suona è imperturbabile, ma quando alza lo sguardo sul pubblico è ancora il ragazzino semplice e imbarazzato che non riesce a nascondere il sorriso.
“Scusatemi. Avevo promesso di tornare con la band ma… beh, è una storia noiosa. La verità è che volevo troppo tornare in Italia prima di prendermi una pausa”.
Da qui in poi tra “il principe” e il suo pubblico è amore puro. Lui riprende a suonare col sorriso, ci guarda negli occhi e gli basta uno sguardo per far partire un coro da pelle d’oca su Indigo Night. Alla fine del concerto ha i brividi pure lui: ci saluta con la mano sul cuore e ce lo promette di nuovo: “Tornerò da voi, e porterò i miei amici”.